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Avatar di Pietro Izzo

Il giochino dell’anno delle foto è fantastico, ho scoperto di essere un mago! Anche la maglietta INTROVERT devo dire che ci faccio un pensiero.

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Avatar di Tostoini

Pensavo due cose sulla questione AI: numerosi studiosi della questione hanno fatto notare che i tool per l'analisi del lessico contrassegnano in maniera fallace alcune modalità di scrittura più comuni tra le persone neurodivergenti perché mancano di alcune spie lessicali ( o ne contengono altre) che i tool considerano tipiche della comunicazione fra umani, e invece sono solo parte della comunicazione neurotipica. Ancora una volta, la foglia di fico delle AI generative come strumento di accessibilità si dimostra per quello che è, una foglia di fico, nonché l'ennesimo strumento che non solo perpetra ma amplifica le discriminazioni a monte.

E l'altra cosa è sulla questione delle immagini Ghibli: non è che il copyright è uno strumento obsoleto, è che sarebbe il caso di iniziare a ripensarlo nell'ottica che dovrebbe competergli, ovvero di protezione del lavoro intellettuale in un'ottica - scusa devo dire una parolaccia - marxista, perché qui di tratta letteralmente dei mezzi di produzione intellettuale e dei compensi degli esseri umani che sono essi stessi sia i lavoratori che i mezzi di produzione.

INSOMMA STAMATTINA MI SONO SVEGLIATA IL SOLITO RAGGIO DI SOLE

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Avatar di Luca Vanz
May 12Modificato

eh però c'è anche il fatto che non viviamo in un'economia marxista in cui la lavoratrice controlla sia i mezzi di produzione che di distribuzione (qui visti i trascorsi sospetto che l'avverbio sia "per fortuna" e non "purtroppo") ma viviamo in un'economia capitalista in cui il Capitale controlla la distribuzione della produzione intellettuale, applicandole arbitrariamente un surplus che penalizza la consumatrice (oltre che la produttrice).

lo fa spezzettando l'offerta (in diverse piattaforme e canali) in modo da mungere il più possibile la consumatrice, che si vede ormai - in verità da sempre - impossibilitata a pagare tutti i suoi consumi culturali.

perché quello di cui non si parla mai in questa guerra tra poveri, e che i produttori di contenuti devono una volta per tutte decidere, è se stiano davvero chiedendo alla cittadina di rinunciare ai contenuti che non si può permettere in quanto sottopagata dal Capitale. o se ritengono che questo non sia affare loro (nel qual caso, il Capitale vince).

per risolvere questo varrebbe ancora la promessa dei magici e illusi anni 2000 della disintermediazione, non fosse che è fallita con il totale controllo dei canali di distribuzione (e degli scambi, e della finanza, e delle nostre vite) da parte degli editori e delle piattaforme.

nel senso, io ci sto a remunerare direttamente la produttrice di contenuti, ma per farlo va smontato il sistema attuale, e chi lo fa, se c'è la guerra tra poveri? dove sono i progetti, le idee, le proposte per farlo? dov'è l'alternativa di mercato che sfida il monopolio del Capitale? e a chi sta inventarla e proporla: al consumo o alla produzione intellettuale?

questo detto da uno che produce solo contenuti gratuiti (ci sarà una ragione, che probabilmente non è la generosità) e fra tre anni si troverà interamente sostituito da una AI.

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