polpette è la vanzletter del 2019.
è composta di due o tre o quattro sezioni, ognuna delle quali contiene qualcosa di diverso (come le polpette che mangi da Norma o da Bolpetta a Torino — che non mi pagano in natura per questa citazione, anzi magari).
gli ingredienti della newsletter di solito sono:
risorse, software o servizi utili (per lavoro o per diletto) scoperti girando il web /
libri, articoli, film, video con un taglio particolarmente utile o interessante /
metodi, strategie, trucchi per lavorare meglio imparare meglio vivere meglio /
(il mercato del lavoro è sempre più esigente, studio e competenze acquisite non sono più sufficienti, in Italia siamo rimasti parecchio indietro sulla formazione)
gli ingredienti delle polpette invece sono carne (o tonno, o patate), mollica di pane intrisa nel latte, uovo (intero), parmigiano, e, a volte, prosciutto. ma le polpette sono uno dei piatti più dinamici dell’universo, perché più avanzi ci metti più son buone. (ma se vuoi salvare il pianeta, falle di patate o di melanzane).
l’Artusi, che ne capiva, mette nella trita anche l’uva passa e i pinoli, ma soprattutto dà un raffinato consiglio, dopo la frittura: «con un soffritto d'aglio e prezzemolo e l'unto rimasto nella padella passatele in una teglia, ornandole con una salsa d'uova e agro di limone».
(trucco prezioso in cucina: un acido, limone o vino o aceto, va sempre aggiunto, ai piatti che contengono grassi).
le polpette si fanno in tutto il mondo: scoprile qui dall’Afghanistan al Vietnam.
polpette arriva quando arriva, non ha una regolarità.
MA OGGI PARLIAMO: di agilità emozionale, di capire l’America profonda, di uno smartwatch da 60€.
AGILITA’ EMOZIONALE —
di uscire dal comfort per acquisire agilità emozionale racconta Susan David in uno speech al TED in cui ci costringe ad affrontare il fatto che:
Le emozioni non sono buone o cattive: sono e basta. Evitare quelle che ci causano disagio significa non crescere
Avere risposte rigide alle proprie emozioni, ignorarle, saltare al rimedio per "curare l'emozione" non ci consente di elaborarle e superarle
Inevitabilmente, insegniamo a farlo anche ai nostri figli, o ai nostri studenti
Il rifiuto non fa che rafforzare e amplificare l'emozione "negativa"
Viviamo sotto una tirannia della positività che ci impedisce di confrontarci con il mondo come è, e non come dovrebbe essere, ma
Non voler provare emozioni dolorose è un obiettivo per gente morta.
come si fa, dunque, a tornare in contatto con le proprie emozioni?
Susan non dà una ricetta, ma lei è partita da “scrivi come ti senti”.
Un diario emozionale.
(template ed esempi qui e qui)
CAPIRE L’AMERICA DI TRUMP —
di uscire da una comfort zone culturale che ci permette di autoassolverci, di affrontare i propri fallimenti, di essere più simili a come vorremmo essere parla anche Hillbilly Elegy (“Elegia americana”) di JD Vance, una memoria autobiografica che racconta le dinamiche culturali e sociali dell’America redneck (bianca, povera, reazionaria, a bassa scolarità) consentendo a chi ne sta agli antipodi culturali di capire alcune cose, di cui il successo del trumpismo forse non è la più rilevante.
mi ha colpito: che il razzismo non appare mai veramente (non so se per bias, per rimozione o perché non ha più manifestazioni pubbliche), che si può riconoscere la miseria della propria infanzia ma amare senza rimpianti il posto in cui si è cresciuti, che i percettori di welfare tendono a negare il loro stato di assistiti, negazione che forse applichiamo tutti a qualcosa, nelle nostre vite.
ma se nella chiusura delle industrie c’è la chiave dell’incattivimento della società americana, cosa sta alla base dell’incattivimento della nostra? cosa unisce il disoccupato di Pozzuoli a quello di Middletown, oltre a una perdita di rilevanza sociale come lavoratore, e di privilegi come maschio bianco? c’è altro, ma non lo vedo.
SE 60€ TI SEMBRAN TANTI —
la mia relazione con gli smartwatch è travagliata. poiché non ho intenzione di spendere per un orologio che cambierò tra un anno più della metà di quanto ho speso per un ottimo smartphone, che mi è molto più utile, finisco per comprare cinesate pazzesche da pochi euro, che regolarmente accantono per manifesta inferiorità.
questa volta no: se non vuoi investire più di 65/80€ in uno smartwatch, anche solo per vedere se lo usi, l’Amazfit Bip te lo consiglio. fa tutto quel che serve: misura il battito, il sonno, i passi, va sott’acqua, la batteria dura più di un mese.
graficamente fa quel che può, ma non siamo così superficiali, no? (e sì, certo che è un clone dell’Apple watch). se vuoi spendere di più, il modello da guardare è lo Stratos, o il TicWatch se vuoi WearOS by Google.
prodotto da Huami, sub-brand del colosso cinese Xiaomi che si sta mangiando marchi ben più blasonati. probabilmente usandolo regalate i dati e forse anche l’anima a Xi Jinping, su questo non garantisco nulla.
in cauda:
Stowe Boyd ha un'ottima newsletter sul (non?) futuro del lavoro umano, in cui questa settimana cita letture molto interessanti, e che si può seguire a https://workfutures.substack.com/
Riflessione volante: due sono le grandi, imminenti rivoluzioni di cui il cittadino non si rende conto, e le cui conseguenze lo prenderanno impreparato ma ne stravolgeranno la vita: il climate change e la cosiddetta fine del lavoro (ovvero la drastica riduzione dell'offerta di lavoro salariato).
Ma anche per noi élite (hah) che lo sappiamo e leggiamo Srnicek, sapere che il lavoro sta per cambiare radicalmente - o sapere che il clima sta mutando rapidamente - equivale a sapere cosa fare quando questo accadrà? Direi di no.
”the problem with living through a revolution is that it’s impossible to take the long view of what’s happening. hindsight is the only exact science in this business, and in that long run we’re all dead
”
Il pezzo che ho ascoltato di più a gennaio è stato Lordly di Feder, colonna sonora dello spot Alfa Romeo, che è una tamarrata, ma il bah bah non mi esce dalla testa.
ciao, è stato bello, poi torno.
«Non crediate che io abbia la pretensione d'insegnarvi a far le polpette. Questo è un piatto che tutti lo sanno fare cominciando dal ciuco, il quale fu forse il primo a darne il modello al genere umano».
[Pellegrino Artusi]